«Chi propaga il Rosario è Santo!»

Bartolo Longo

«Il Santo Padre, che affidiamo alle cure amorevoli della Madonna del Rosario, ha dato ascolto al Popolo di Dio: il Fondatore del Santuario sarà Santo!» (S.E. Mons. Caputo, il 25 febbraio 2025).

«Dalla “cattedra” del Gemelli, il Papa continua a volerci bene, offrendo alla Chiesa un bel modello di santità», ha commentato a La Croce di Gerusalemme l’Arcivescovo Prelato di Pompei, S.E. Mons. Tommaso Caputo (74 anni), Assessore dell’Ordine, alla notizia dell’imminente canonizzazione di Bartolo Longo, il fondatore del celebre Santuario mariano situato presso le rovine dell’antica città distrutta dal Vesuvio. Martedì 25 febbraio infatti, dal Policlinico Gemelli dove era ricoverato da una decina di giorni, il Santo Padre ha autorizzato il Decreto di canonizzazione per il Cavaliere del Santo Sepolcro senza che gli fosse attribuito un miracolo. «Il miracolo delle conversioni spirituali e morali che avvengono continuamente a Pompei, il fiume di preghiera dei pellegrini e il numero delle opere sociali che circondano il Santuario di Pompei testimoniano un miracolo permanente!», ha sottolineato il Cardinale Filoni, Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro, di cui Bartolo Longo faceva parte.

Così, «il Fondatore del Santuario sarà Santo!», ha affermato gioioso Mons. Caputo il giorno dell’annuncio della notizia, dichiarando che: «il Santo Padre, che affidiamo alle cure amorevoli della Madonna del Rosario, ha dato ascolto al Popolo di Dio».

«Ogni parola sembra incapace di spiegare tutta la nostra commozione e la gratitudine per il Papa. A Pompei lo amiamo in modo speciale e profondo e preghiamo per lui, certi che la Madonna del Rosario e Bartolo Longo, dal Cielo, ascoltino la nostra invocazione e il Santo Padre torni alla quotidianità del ministero petrino», ha aggiunto, affidando il ministero di Papa Francesco all’intercessione del futuro Santo.

«La gioia è per noi che abbiamo un nuovo Santo, una figura alla quale guardare e da imitare per raggiungere, un giorno, anche noi, il Paradiso», ha evidenziato l’Arcivescovo di Pompei, ricordandoci che anche se Bartolo Longo ha terminato la sua esistenza terrena nel 1926, «è un Santo modernissimo. Fu anticipatore dei tempi, modello di quella “Chiesa in uscita”, centrale nel magistero di Papa Francesco. Quando si leggono i suoi testi si resta esterrefatti dalla modernità lessicale, ma ancora di più contenutistica. Egli ha una visione profetica, conosce bene l’umanità ed è consapevole delle prospettive. Opera, scrive, parla tra fine Ottocento e le prime tre decadi del Novecento, ma sembra un Santo di oggi», ha ribadito l’Arcivescovo-Prelato e Delegato Pontificio del Santuario della Beata Vergine del Rosario.

«Facciamo festa perché la canonizzazione del Beato Bartolo Longo è una dichiarazione d’amore che Dio fa all’umanità», ha detto entusiasta, consapevole che la canonizzazione avverrà durante il Giubileo della Speranza, dopo l’importante Concistoro dei Cardinali che il Papa ha convocato per fissare la data dell’evento. Mons Caputo ha poi concluso: «Nell’ottobre 1872, quando il Fondatore giunse per la prima volta nell’allora Valle “sconsolata”, sentì un’ispirazione interiore: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È la promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. Oggi ci permettiamo di cambiare una parola di quella frase storica, quasi posta a fondamento del nostro Santuario: Chi propaga il Rosario è Santo!».

(Febbraio 2025)

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